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Mal di schiena: farmaci e massaggi sono utili?

Il mal di schiena costituisce la principale causa di assenza dal lavoro nel mondo. Come curare e risolvere il dolore lombare?

Per giungere a una conclusione è sicuramente necessario conoscere bene l’argomento.

Il cosiddetto mal di schiena è un dolore riguardante la colonna vertebrale: tratto cervicale, dorsale o lombare.

È un dolore che affligge quasi tutte le persone almeno una volta nella vita e, costituisce la principale causa di assenza dal lavoro nel mondo.

Secondo l’OMS, più del 90% delle persone ne soffre durante la propria vita e secondo il Lancet (rivista scientifica inglese di ambito medico) è addirittura la prima causa di disabilità nel mondo, alla quale la gente ricorre a più e più cure.

E, come se questo non bastasse, almeno il 50% delle persone che si rivolge a me in quanto fisioterapista è per dolore alla schiena.

Il dolore più comune deriva dal tratto lombare, la cosiddetta lombalgia.

Ma perché viene mal di schiena? Come curare e risolvere il dolore lombare?

È un paradosso: è uno dei mali più comuni e nonostante questo, la maggior parte delle persone non conosce affatto la patologia ed il suo rimedio.

I medici spesso non sono d’aiuto, prescrivendo esami quando la problematica non è sufficientemente grave (elettromiografie, raggi x…) e nemmeno le varie figure “pseudo guaritrici” non sono dalla tua parte: pronoterapeuti, chinesiologi…

Nei risultati degli esami prescritti c’è una probabilità altissima che ti vengano evidenziate ernie del disco o artrosi.

Ma il semplice fatto che ti vengano trovate queste “patologie”, non significa siano un problema da rimuovere. Sono semplici caratteristiche dell’invecchiamento.

Oltre ad esami e figure poco credibili, l’idea di trattamento del dolore alla schiena che si ha nell’immaginario comune è basata anche su farmaci anti-infiammatori e massaggi.

Insomma, si tiene in considerazione esclusivamente il sintomo, ignorando la causa che l’ha creato.

I farmaci possono alleviare il dolore alla schiena in fase acuta, ma non abusarne. È sicuramente primario capire la ragione del dolore.

La cosa interessante è che il mal di schiena nell’80% dei casi ha un’origine di tipo psicologico.

È per questo motivo che l’approccio iniziale più corretto dovrebbe considerare il modello biopsicosociale.

Che vor dì!?

È una strategia di approccio alla persona, che attribuisce il risultato della malattia all’interazione di fattori biologici, fattori psicologici e fattori sociali.

In parole semplici, è il modello secondo cui il fisioterapista dovrebbe indagare come e perché il mal di schiena è nato.

Altroché esami ed esamini.

Quello che serve davvero è una chiacchierata fatta come si deve.

Tranquilli psicologi, non vogliamo rubarvi il lavoro.

Vorrei solo dire al mondo come le cose dovrebbero essere fatte per essere davvero efficaci.

Per fortuna, questo metodo sta iniziando a prendere piede nel mondo della fisioterapia.

Il trattamento è cambiato tantissimo negli ultimi anni.

Le terapie manuali sono sempre meno utilizzate: si tende a favorire esercizi terapeutici o esercizi fisici in palestra più adatti a migliorare il dolore.

“Ho le idee confuse, come capisco se il mio fisioterapista sta facendo le cose bene?”

In un mondo ideale, le cose dovrebbero seguire quest’ordine.

  • Anamnesi (prima visita) con approccio biopsicosociale

  • Valutazione del problema: il fisioterapista dovrebbe chiedersi “è di mia competenza?!”, e solo in caso di problematiche più gravi — in caso di fratture per esempio, consigliare esami con il medico

  • Il secondo step è fare esercizi terapeutici mirati a ridurre e risolvere il dolore (attenzione: terapeutici, non manuali. Il paziente deve muoversi, non si risolve un problema stando coricati su un lettino)

  • Il terzo ed ultimo step è mantenere il più a lungo possibile i risultati.

    E qui probabilmente mi darò la zappa sui piedi ma preferisco essere etico: dopo il miglioramento del dolore, la fisioterapia da sola non è più necessaria per continuare a stare meglio.

    Da quel momento tutto quello di cui hai bisogno è di una buona collaborazione tra personal trainer e fisioterapista.

    Per continuare a star meglio l’attività fisica è non importante, ma fondamentale.

    Spesso la causa del mal di schiena sono proprio quelle 8 ore seduto sulla sedia in ufficio senza quasi muoversi o cambiare posizione.

    Quindi orecchie ben aperte.

    Chi cerca di propinarti 3/4 ANNI di fisioterapia o sedute ogni 1/2 mesi per un tempo indefinito, ti sta prendendo in giro a gran voce e tu stai perdendo tempo e soldi.

    La seduta dal fisioterapista non dovrebbe mai diventare una routine: l’obiettivo del professionista (se etico) è di educarti all’autogestione del tuo dolore.

    Ahimè, la maggior parte delle patologie sono recidive.. E molto spesso qualche seduta dal fisioterapista non ti risolverà il problema per tutta la vita.

    La lombalgia per esempio, è uno di quelle situazioni in cui nel 50% dei casi, si incontra una riacutizzazione del lavoro a distanza di alcuni mesi dalla seduta.

    Ma questo non vuol dire che ogni volta devi ricominciare da capo! Il fisioterapista dovrebbe essere la figura addetta a spiegarti come gestire la problematica ogni qual volta si ripresenti.

    Se il paziente ha consapevolezza, non avrà più bisogno della figura medica (se non per prevenzione di altri infortuni nell’allenamento).

Per anni è esistita una diatriba tra fisioterapista e personal trainer.

Ma tranquilli trainer, non vogliamo rubarvi il lavoro neanche a voi.

I due lavori non sono opposti ma complementari.

Gli esercizi terapeutici del fisioterapista vanno a braccetto con gli esercizi fisici del trainer — o almeno così dovrebbe essere.

In particolare per il mal di schiena, che più di tutti è un trattamento multidisciplinare (medico, psicologico, fisioterapico, fisico): in un mondo ideale dovrebbero lavorare insieme!

In conclusione, cosa funziona?

Se hai mal di schiena, il consiglio che posso darti con il cuore in mano, è di alzarti dal divano ed andare a fare una lunga e rilassante passeggiata.

Più ti muovi e meglio starai, assicurato.

Se questo non dovesse funzionare, il fisioterapista valuterà come procedere.

Ma sicuramente, non stare fermo. Muoviti, muoviti, muoviti.
Con una buona attività fisica la muscolatura si mobilizza, si allunga e le contratture si allenteranno.

Cosa non funziona (e cosa lasciar perdere)?

Posso iniziare diretto facendo una lista di tutto ciò che è inefficace e dannoso!?

  • Supporti lombari (panciere, corsetti ecc)
  • Riposo (proprio il contrario di quel che si dovrebbe fare)
  • Chirurgia (ok, in alcuni casi l’intervento dell’ortopedico è l’unica via, ma spesso si tende a voler operare delle ernie che, poverine, non danno fastidio a nessuno e si punta il dito contro di loro erroneamente)
  • Tens (anche si usa sempre di meno, come tutti gli elettromedicali es. tecar, onde d’urto ecc).

La motivazione è sempre la stessa: se devo muovermi per stare bene, il trattamento che scalda la zona non è efficace, così come l’operazione all’ernia o stare fermi immobili non sono la soluzione.

(Da qualcuno di questi può sembrare di avere un effetto risolutivo, ma credimi, durerà al massimo per le 5/6 ore seguenti).

Con il marketing al giorno d’oggi riescono a vendere davvero di tutto.

Ma ora hai la situazione in mano e sai riconoscere tu stesso a chi affidarti.

Che dire? Buona passeggiata 😛

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